mercoledì 16 aprile 2014

Retrogusto



Ascoltando delle note di una musica ho rivissuto un momento di cui non avevo colto alcune sfumature ... volevo semplicemente raccontarlo ed invece mi sono ritrovato ad ingrovigliare le parole e lasciarle uscire come fossero poesia:



Una musica d’improvviso cattura i miei pensieri e mi trovo  catapultato nel recente passato, rivivendo come d’incanto un momento magico del quale mi era sfuggito più di un particolare.
Ero convinto di aver vissuto quel presente molto attentamente … certo di aver colto l’essenza di quell’istante.
Sbagliavo!
 La musica, elemento tangibile e reale ma per certi versi astratto, mi riaccompagna in quel luogo ed in quelle sensazioni che ero certo essermi lasciato alle spalle.
Sono ancora presenti e vive le emozioni che sono appartenute a quel momento,ma in questo, colgo alcune sfumature di vibrazioni emozionali che in quello precedente non ero riuscito a percepire.
Mi accorgo che essa, come spesso anche gli odori, diventa in una frazione di secondo un veicolo imponente che mi accompagna su e giù tra gli sbalzi del tempo per completare il mio vissuto.
Un retrogusto essenziale appare nella mia capacità di assaporare la vita e i  dettagli affiorano nella mia mente e vanno ad appagare l’arsura nella mia anima …
Solitamente  invito tutti a vivere il presente, ma c’è un qualcosa di magico in questo rendermi conto dell’esistenza di  un meraviglioso punto d’incontro tra il passato il presente ed il futuro, dal sapore Eterno …
Ero certo di essere uscito dal passaggio di quell’esperienza arricchito e moderatamente soddisfatto, convinto di aver chiuso quella porta, che a mia insaputa è rimasta semiaperta, donandomi il permesso di rientrare e rivedere … riassaporare … rivivere … e soprattutto vivere alcune tinte di colori di quell’istantanea di vita che una musica ha permesso di completare, arricchendo me ed il bagaglio  che indosso per il mio viaggio verso il futuro …
Non sempre i tuffi nel passato migliorano il presente … a volte lo soffocano riportando a galla quei dolori di cui la mente dell’anima mai si svuota,regalando potere a quelle radici chiamate risentimento, che servono soltanto per raddoppiare il sentire di un qualcosa che dovrebbe scomparire … il dolore … la sofferenza …
Retrogusto … può essere un sapore di una piacevole dettaglio nascosto  in quell’attimo presente che prende corpo e forza nell’ascolto di una melodia producendo sana nostalgia …
O può rievocare dei sapori non graditi, di cicatrici  cucite nelle parti intime di una pulsazione che riaprono ferite …
Ma il suo scopo finale è quello di regalarci una vita che si affaccia sui balconi del tempo in cui si incontrano chi eri, chi sei e chi sarai …
Desidero continuare a bere  la vita nell’attimo in cui mi viene offerta in un calice,consapevole che il primo sorso mi dirà chi sono …
Il retrogusto in seconda battuta,  mi aiuterà a comprendere chi ero e cosa vivevo  proiettandomi nella speranza di  divenire chi sarò!


© Emiliano De Santis





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